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Toxoplasma gondii è un parassita zoonotico capace di infettare sia uccelli che mammiferi, uomo compreso (1). È l’agente eziologico della Toxoplasmosi, una delle malattie a trasmissione alimentare più rilevante (definita anche food-borne disease). Si contrae ingerendo le sue carne contenente cisti del parassita oppure direttamente le oocisti, a seguito di contatto con le feci del gatto.
A causa della particolarità del suo ciclo biologico e della sua trasmissione, si stima che un terzo della popolazione mondiale ne sia affetto (2).
Nonostante la maggior parte delle infezioni siano asintomatiche, è possibile che questo parassita possa dare complicanze, anche fatali, in persone fragili con immunodepressione.
Inoltre le donne in gravidanza sieronegative che lo contraggono possono trasmettere il parassita al feto, con il rischio di aborto spontaneo, morte intrauterina del feto o gravi problemi nel neonato (3). Negli animali da reddito l’infezione rappresenta un grosso problema economico aziendale, a causa di potenziali aborti spontanei, e sanitario, per via della presenza di forme cistiche nelle carni che possono essere ingerite da altri animali o dall’uomo, perpetuando il ciclo biologico e aumentando il rischio di toxoplasmosi (1).
Morfologia e ciclo biologico
Toxoplasma gondii è un protozoo appartenente al phylum Apicomplexa. È un parassita intracellulare obbligato che invade le cellule nucleate. Presenta tre forme infestanti: tachizoiti, bradizoiti e oocisti. Essendo dei protozoi, le dimensioni sono davvero ridotte: le cisti tissutali contenenti bradizoiti sono grandi l’incirca 5/70 µm, mentre le oocisti infettanti secrete con le feci del gatto sono 10 µm x 12 µm di diametro. Presenta come ospiti intermedi tutti gli animali a sangue caldo, inclusi gli animali da reddito e selvatici, nonché l’uomo, mentre gli ospiti definitivi sono rappresentati dai Felidi, soprattutto il gatto. Negli ospiti intermedi hanno luogo due fasi di sviluppo asessuato del parassita. Attraverso l’ingestione di carne contenenti cisti tissutali o di oocisti sporulate, verranno liberati rispettivamente i bradizoiti o gli sporozoiti, che penetrano in diverse cellule dell’ospite intermedio (soprattutto quelle del sistema reticolo endoteliale, neuroni, epatociti e miociti), trasformandosi in tachizoiti, i quali iniziano una fase di moltiplicazione (4). La risposta immunitaria dell’ospite fa sì che l’infezione tenda a cronicizzarsi con la formazione di cisti terminali tissutali (localizzate soprattutto nel tessuto nervoso e muscolare), contenenti numerosi bradizoiti, che possono permanere vitali per tutto l’intero arco di vita dell’ospite (5). Nei felidi ospiti definitivi, ha luogo sia la fase di riproduzione asessuata che quella sessuata. Il gatto, tramite le feci, libera sino a 100 milioni di oocisti non sporulate in 15 giorni circa nell’ambiente esterno, le quali vanno incontro alla sporulazione diventando quindi infettanti nell’arco di 1- 5 giorni. Il periodo di prepatenza, ovvero il tempo tra ingestione, infezione e l’eliminazione di oocisti, varia in base allo stadio iniziale di T. gondii: di 3-10 giorni dopo l’ingestione di cisti tissutali, di 19 giorni con ingestione oocisti sporulate (6).
Patogenesi e sintomatologia
Malattia nell’uomo
La toxoplasmosi nell’uomo, nella maggior parte dei casi, è un’infezione acuta e silente, con nessun sintomo o pochissimi sintomi nelle persone sane (immunocompetenti). Solo il 10-20% dei pazienti manifesta una linfoadenopatia, solitamente ascellare o cervicale (7). Alcuni di questi manifestano anche una lieve sindrome simil-influenzale come febbre, malessere, dolori muscolari, etc. Per questo motivo la toxoplasmosi è una malattia sottostimata, poiché non viene solitamente notificata come tale La malattia può persistere per settimane ma è quasi sempre si risolve spontaneamente. Diverso è il caso di toxoplasmosi in persone fragili, dette immunodepresse, come ad esempio malati di AIDS. Infatti in questi casi si può andare incontro ad una severa manifestazione di toxoplasmosi del sistema nervoso centrale, con sintomi che vanno da mal di testa, disorientamento, sonnolenza a emiparesi convulsioni, sino al coma e alla morte (8). Infine, si parla di toxoplasmosi congenita quando questa deriva da un'infezione primaria (spesso asintomatica) acquisita dalla madre durante la gravidanza. Possono manifestarsi aborto spontaneo, mortalità natale e difetti congeniti. La percentuale di sopravvivenza dei bambini nati con toxoplasmosi dipende da quando si acquisisce l'infezione materna; la percentuale di gravità delle malattie congenite diminuisce con il portare avanti la gravidanza. Il parassita spesso infetta il cervello e la retina del feto, causando un ampio spettro di malattie cliniche (8). La malattia lieve può consistere in una vista leggermente diminuita, mentre i bambini gravemente malati possono presentare una dei segni tipici come retinocoroidite, idrocefalo, convulsioni e calcificazioni intracerebrali. L'idrocefalo è la lesione meno comune ma più drammatica della toxoplasmosi congenita. La malattia oculare è la condizione più comune tra la toxoplasmosi congenita.
Malattia negli animali
Nel gatto, ospite definitivo, l’infezione è generalmente asintomatica, tranne per quei soggetti FIV/FeLV + (Immunodeficienza Virale Felina / Leucemia Virale Felina) che presentano quadri di toxoplasmosi sistemica (1).
Negli animali da reddito la parassitosi è generalmente asintomatica, costituendo di fatto un serbatoio per la diffusione del parassita in altri animali e nell’uomo. I suini sono per definizione dei reservoir del parassita, infatti la carne di maiale è considerata una delle principali fonti di infezione da T. gondii per l'uomo in Europa e negli Stati Uniti, poiché si trovano cisti tissutali in molti tagli di maiale commerciali. Negli ovini, la toxoplasmosi clinica compare quando l'infezione si verifica tra l'inizio e la metà della gestazione. In questi casi l'infezione transplacentare porta alla morte e riassorbimento fetale, aborto, nati morti o agnelli molto cagionevoli di salute (9).
Esami di laboratorio – Laboratorio di Parassitologia Veterinaria.
Gli esami coprologici, attraverso la tecnica di flottazione per la ricerca di oocisti nelle feci di gatto, pongono un problema sostanziale nella diagnosi differenziale con le oocisti di Isospora, oltre che il breve periodo di escrezione delle oocisti.
La PCR ai fini diagnostici ante mortem (su sangue, siero, umor acqueo) sia negli ospiti definiti che intermedi è consigliata, ma deve essere associati al rilievo anticorpale, come ad esempio tecniche di ELISA, che risultano essere spiccatamente sensibili e specifiche.
Trattamento e controllo
La toxoplasmosi solitamente viene diagnosticata attraverso test sierologici (IFA o ELISA) o la ricerca del DNA del parassita nel sangue, liquido cerebrospinale, tessuto e/o liquido amniotico attraverso PCR. Talvolta viene eseguita la biopsia delle lesioni cutanee. Il trattamento nell’uomo si basa sull’utilizzo di due molecole, la sulfadiazina e pirimetamina (Daraprim), farmaci solitamente ben tollerati. Nei pazienti immunodepressi le dosi raccomandate di questi farmaci sono più alte e, nel caso di pazienti con AIDS, è bene ottimizzare la terapia retrovirale (1). Fino ad oggi non esiste nessun vaccino per la toxoplasmosi congenita né farmaci in grado di degradare le cisti tissutali. Per questo motivo la prevenzione e controllo della diffusione della toxoplasmosi diventano fondamentali. Si basa principalmente sulla cottura della carne, almeno a 66°C, lavarsi le mani dopo aver maneggiato carne cruda, terra e la lettiera del gatto. Il gatto può rimanere in casa anche in presenza di donne in gravidanza, ma è importante seguire degli accorgimenti. Innanzitutto i gatti devono essere tenuti in casa, per evitare che entrino in contatto con oocisti o, cacciando, con topi o altri piccoli animali che hanno cisti tissutali di Toxoplasma (5,10). Le lettiere devono essere cambiate ogni giorno e le feci devono essere gettate nel water. Le lettiere devono essere pulite per bene in acqua bollente. Infatti le oocisti sono molto resistenti a qualsiasi agente disinfettante, quindi l’utilizzo della varecchina è sconsigliato poiché non efficace, mentre l’acqua bollente è un economico ed efficace rimedio per disattivarle. Infine è importante non dare carne cruda ai gatti e preferire cibi secchi, in scatola o carne cotta. I guanti devono essere utilizzati quando si lavora in giardino.
In allevamento, è importante tenere buone prassi igienico sanitarie, per ridurre il contatto di oocisti con gli animali, smaltire in maniera adeguata le carcasse e placente infette, evitare la macellazione familiare senza la supervisione dell’ufficiale veterinario e infine limitare l’accesso di gatti (9,11)
Progetti di Ricerca:
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Videografia:
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Bibliografia:
1 - Hill, D. E., Chirukandoth, S., & Dubey, J. P. (2005). Biology and epidemiology of Toxoplasma gondii in man and animals. Animal health research reviews, 6(1), 41.
2 - Almeria, S., Dubey, J.P., 2021. Foodborne transmission of Toxoplasma gondii infection in the last decade. An overview. Res. Vet. Sci. 135, 371–385. https://doi.org/ 10.1016/j.rvsc.2020.10.019
3 - McCall, J., Rothfeldt, L., Giesbrecht, K., Hunt, A., Bauck, L., Scheftel, J., Birn, R., Buss, B., Schroeder, B., Haupt, T.E., Klos, R., Straily, A., 2022. Public health surveillance and reporting for human toxoplasmosis — six states, 2021. MMWR Morb. Mortal. Wkly Rep. 71, 889–893. https://doi.org/10.15585/mmwr. mm7128a1.
4 - Tenter, A. M., Heckeroth, A. R., & Weiss, L. M. (2000). Toxoplasma gondii: from animals to humans. International journal for parasitology, 30(12-13), 1217-1258.
5 - Hill, D. E., & Dubey, J. P. (2018). Toxoplasma gondii. In Foodborne parasites (pp. 119-138). Springer, Cham.
6 - Dubey, J. P. (1996). Toxoplasma Gondii. In S. Baron (Ed.), Medical Microbiology. (4th ed.). University of Texas Medical Branch at Galveston.)
7- Montoya, J. G. (2002). Laboratory diagnosis of Toxoplasma gondii infection and toxoplasmosis. The Journal of infectious diseases, 185(Supplement_1), S73-S82.
8 - Hill, D. E., Chirukandoth, S., & Dubey, J. P. (2005). Biology and epidemiology of Toxoplasma gondii in man and animals. Animal health research reviews, 6(1), 41-61.
Lindsay, D. S., & Dubey, J. P. (2009). Long-term survival of Toxoplasma gondii sporulated oocysts in seawater. Journal of Parasitology, 95(4), 1019-1020
9 - Dessì, G., Tamponi, C., Pasini, C., Porcu, F., Meloni, L., Cavallo, L., ... & Varcasia, A. (2022). A survey on Apicomplexa protozoa in sheep slaughtered for human consumption. Parasitology Research, 121(5), 1437-1445.
10 - Kravetz, J. D., & Federman, D. G. (2005). Toxoplasmosis in pregnancy. The American journal of medicine, 118(3), 212-216.
11 -Pipia, A. P., Varcasia, A., Dessì, G., Panzalis, R., Gai, C., Nonnis, F., ... & Scala, A. (2018). Seroepidemiological and biomolecular survey on Toxoplasma gondii infection on organic pig farms. Parasitology research, 117, 1637-1641.