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Fasciola hepatica è un parassita trematode (Trematoda: Digenea) diffuso in tutta Europa che colpisce una vasta gamma di ospiti, tra cui ruminanti, cavalli, animali selvatici come cervi, conigli e lepri, e presenta caratteristiche zoonotiche, infestando in alcuni casi anche l'uomo. Per questo è inserita tra le Neglected Tropical Diseases (NTDs) come waterborne e foodborne disease, ovvero parassitosi trasmessa attraverso acqua e cibo contaminato. A livello globale è stimato che all’incirca 17 milioni di persone sono infette dal parassita e che più di 180 milioni di persone che vivono in aree endemiche sono a rischio infezioni. Le infezioni sull’uomo sono prevalentemente diffuse in Africa, Sud America, Nord e Sud Asia, Cina e Korea. (1)
Negli animali, il calo di produzione associato all'infezione e alla malattia clinica conclamata comporta costi significativi per l'industria agricola globale, stimati in oltre 3 miliardi di dollari all'anno (2). Questi costi sono in gran parte non quantificati a livello nazionale o regionale, mentre a livello di azienda agricola, è stato dimostrato che questa parassitosi influisce negativamente sulla produzione di latte, sulla composizione della carcassa e aumenta il tempo necessario per raggiungere il peso di macellazione (3,4) I tassi di prevalenza di F. hepatica osservati in Europa variano tra i paesi che mostravano valori elevati in Irlanda (61,6%) rispetto all'Italia (7,9%) e alla Svizzera (4,0%) (5).
Morfologia e Ciclo Biologico
Gli adulti vivono nei dotti biliari, hanno forma lanceolata simile ad una foglia di lunghezza 2,5-3,5 cm x 1 cm di larghezza. Fasciola hepatica possiede una ventosa orale ed una ventrale. La cuticola è ricoperta di spine dirette antero-posteriormente. Queste permettono al parassita adulto di lesionare i vasi e nutrirsi esclusivamente di sangue. Le uova di colore giallo-brunastro vengono rilasciate nella bile e disperse nell’ambiente con le feci (6).
Fasciola hepatica ha un ciclo vitale indiretto che coinvolge ospiti intermedi gasteropodi acquatici lumaca (genere Lymnea), la specie principale in Europa è Galba truncatula. Le uova non infestanti del trematode vengono espulse nelle feci degli animali infetti e per un processo temperatura-dipendente nell’ambiente esterno si sviluppa il miracidio. Quando un uovo completamente sviluppato riceve stimoli ambientali diversi come l’aumento della luce e della temperatura, fuoriesce il miracidium. Quest’ultimo ha bisogno di acqua per nuotare e, una volta trovato il mollusco Lymnea spp, penetra attraverso il piede e nella cavità del corpo. Il trematode si moltiplica e, dopo circa 6 settimane (diverse fasi di sviluppo: sporocisti, redie e cercarie), vengono rilasciate le cercarie. Anche in questo caso questo processo dipende dalla temperatura e una lumaca infettata con un singolo miracidio può produrre diverse centinaia di cercarie. Le cercarie si incistano nella vegetazione per formare metacercarie infettive. Quando un animale recettivo (ovini, bovini, ecc) al pascolo ingerisce erba contaminata, le metacercarie si schiudono, i giovani appena escissi scavano attraverso la parete intestinale e migrano nel fegato. I trematodi immaturi (adolescarie) migrano attraverso il parenchima epatico per 6-8 settimane prima di entrare nei dotti biliari, dove maturano e iniziano a produrre uova che possono poi essere rilevate nelle feci. Il periodo di prepatenza è di circa 3-4 mesi (7).
Uovo di Fasciola hepatica
Esemplari adulti di Fasciola hepatica
Patologia e sintomatologia
Malattia nell’uomo
L’uomo può infestarsi sporadicamente. L’infezione nell’uomo può avvenire per ingestione di fegato crudo infestato da adolescarie, a seguito dell’ingestione di ortaggi o vegetali provenienti da campi infestati o attraverso acqua contaminata. Approssimativamente il 50% delle infezioni sono asintomatiche, per questo motivo non vengono segnalate, portando ad una sottostima dei casi (1).
L’infezione presenta principalmente due fasi: durante la fase di migrazione della larva dall’intestino al parenchima epatico possono manifestarsi quali segni clinici infiammazione e reazioni tossiche/allergiche, eosinofilia e transaminasi alte, insieme ad una serie di sintomi non specifici, quali dolore addominali, nausea, vomito, febbre e tosse. In rari casi, la larva può migrare in siti ectopici, come polmoni, tessuto subcutaneo, pancreas, tratto uro-genitale, occhi o cervello. Nella fase cronica dell’infezione, ossia quando il parassita si sviluppa nello stadio adulto, le manifestazioni cliniche possono manifestarsi dopo mesi o anni dalla prima esposizione, con infiammazione o blocco dei dotti biliari e/o della cistifellea. Inoltre può presentarsi anche infiammazione pancreatica (8).
Malattia negli animali
Gli ovini ed i bovini che pascolano su aree a rischio sono considerati gli animali più colpiti da questa parassitosi, ritenuti anche i più recettivi.
Fasciola hepatica ha la capacità di modulare il sistema immunitario dell'ospite, influenzando la suscettibilità e la diagnosi di altri agenti patogeni, quali Mycobacterium bovis agente eziologico della tubercolosi bovina (9).
Le infestazioni causate da Fasciola hepatica colpiscono il sistema epatobiliare e si manifestano in due fasi: la fase epatica (acuta e invasiva) e la fase biliare (cronica e ostruttiva). Nella fase acuta, i parassiti immaturi passano attraverso la mucosa dell'intestino tenue fino alla cavità peritoneale e migrano nel fegato causando una massiccia distruzione del parenchima e gravi emorragie. Lo stadio cronico, che si sviluppa una volta che i trematodi adulti si sono stabiliti all'interno dei dotti biliari, è caratterizzato da colangite cronica e colestasi (10).
La fasciolosi rappresenta quindi un grave problema per la salute animale in molte aree rurali e urbane del mondo, causa perdite economiche significative diminuendo le capacità produttive e destinando i visceri alla distruzione (11).
Diagnosi – Laboratorio di Parassitologia
La diagnosi si basa su ispezione post mortem del fegato per la ricerca di parassiti adulti o la ricerca di uova durante analisi coprologiche. La flottazione con una soluzione ad alta densità (p.s. 1300 -1450) è quella più preferita. Inoltre, anche la metodica FLOTAC con soluzione ad alta densità può essere impiegata per un’analisi quali-quantitativa. (15)
Test immunologici come il test ELISA può essere impiegato con risultati di alta sensibilità e specificità. Nonostante questo, è da sottolineare che il risultato è un indice di esposizione del parassita, inoltre nelle aree dove sono presenti sia F. hepatica che F. gigantica deve essere necessaria un accurata distinzione attraverso la genotipizzazione (1).
Trattamento e controllo
Il trattamento della fasciolosi negli animali è basato essenzialmente sull’uso di antielmintici, in particolar modo il tricabendazolo (TCBZ), con un effetto sia negli esemplari ad uno stadio immaturo che negli individui adulti.
Anche nell’uomo il trattamento farmacologico è basato sull’uso di tricabendazolo o nitazoxanide e, se necessario, l’asportazione dei trematodi adulti nel coledoco e dotti biliari in endoscopia.
È da sottolineare però che negli ultimi tempi si riporta sempre più spesso una resistenza al TCBZ in Europa, Sud America e Australia, regioni tendenzialmente endemiche per questo parassita, che pone quindi un problema anche nel trattamento della parassitosi nell’uomo (1, 13).
Per questo motivo, è essenziale attuare degli interventi mirati alla prevenzione della parassitosi negli animali. Ad esempio l’attuazione di interventi ambientali, mirato al drenaggio dei pascoli, eliminano gli habitat favorevoli allo sviluppo degli ospiti intermedi, oppure interventi tesi alla riduzione del numero dei gasteropodi, ospiti intermedi, ma che non sempre sono ecocompatibili. Infine, una rotazione dei farmaci da un anno all’altro, con trattamento prima dell’uscita del pascolo in primavera e un secondo trattamento un mese dopo il rientro dei ricoveri (14).
Nell’uomo la trasmissione della fasciolosi è legata all'acqua e al cibo. Bere acqua non sicura, mangiare verdure contaminate crude o poco cotte e l'applicazione di pratiche agricole inadeguate (utilizzo di acqua contaminata, allevamenti estensivi a stretto contatto con coltivazioni destinate al consumo umano) sono le cause principali della (ri)comparsa o della persistenza della fasciolosi nell'uomo in tanti paesi, come Vietnam, Bolivia, Iran, Egitto ed Etiopia. Per ridurre la prevalenza della malattia, è importante attuare misure di prevenzione e profilassi come il controllo dei vettori ospiti intermedi, attuare efficaci piani di l'educazione sanitaria, e infine implementare i sistemi sanitari locali e la efficaci trattamenti chemioterapici (13).
Bibliografia
1 - Cwiklinski, K., O'neill, S. M., Donnelly, S., & Dalton, J. P. (2016). A prospective view of animal and human Fasciolosis. Parasite immunology, 38(9), 558-568.
2 - Spithill, T. W., Smooker, P. M., Sexton, J. L., Bozas, E., Morrison, C. A., Creaney, J., & PARSONS, J. (1999). 11 Development of Vaccines Against Fasciola hepatica.
3 - Charlier J, Vercruysse J, Morgan E, van Dijk J, Williams DJ. Recent advances in the diagnosis, impact on production and prediction of Fasciola hepatica in cattle. Parasitology. 2014 Mar;141(3):326-35. doi: 10.1017/S0031182013001662. Epub 2013 Nov 7. PMID: 24229764.
4 - Howell A, Baylis M, Smith R, Pinchbeck G, Williams D. Epidemiology and impact of Fasciola hepatica exposure in high-yielding dairy herds. Prev Vet Med. 2015 Sep 1;121(1-2):41-8. doi: 10.1016/j.prevetmed.2015.05.013. Epub 2015 Jun 5. PMID: 26093971; PMCID: PMC4528078.
5 - Rinaldi L, Biggeri A, Musella V, De Waal T, Hertzberg H, Mavrot F, Torgerson PR, Selemetas N, Coll T, Bosco A, Grisotto L, Cringoli G, Catelan D. Sheep and Fasciola hepatica in Europe: the GLOWORM experience. Geospat Health. 2015 Mar 19;9(2):309-17. doi: 10.4081/gh.2015.353. PMID: 25826312.
6 - Beesley NJ, Caminade C, Charlier J, Flynn RJ, Hodgkinson JE, Martinez-Moreno A, Martinez-Valladares M, Perez J, Rinaldi L, Williams DJL. Fasciola and fasciolosis in ruminants in Europe: Identifying research needs. Transbound Emerg Dis. 2018 May;65 Suppl 1(Suppl 1):199-216. doi: 10.1111/tbed.12682. Epub 2017 Oct 6. PMID: 28984428; PMCID: PMC6190748.
7 - Dalton, J. P. (Ed.). (2021). Fasciolosis. CABI.
8 - CDC https://www.cdc.gov/dpdx/fascioliasis/index.html
9 - Claridge J, Diggle P, McCann CM, Mulcahy G, Flynn R, McNair J, Strain S, Welsh M, Baylis M, Williams DJL. Fasciola hepatica is associated with the failure to detect bovine tuberculosis in dairy cattle. Nat Commun. 2012 May 22;3:853. doi: 10.1038/ncomms1840. PMID: 22617293; PMCID: PMC3989536.
10 - Taylor, M. A., Coop, R. L., & Wall, R. (2015). Veterinary parasitology. John Wiley & Sons.
11 - Mehmood K, Zhang H, Sabir AJ, Abbas RZ, Ijaz M, Durrani AZ, Saleem MH, Ur Rehman M, Iqbal MK, Wang Y, Ahmad HI, Abbas T, Hussain R, Ghori MT, Ali S, Khan AU, Li J. A review on epidemiology, global prevalence and economical losses of fasciolosis in ruminants. Microb Pathog. 2017 Aug;109:253-262. doi: 10.1016/j.micpath.2017.06.006. Epub 2017 Jun 7. PMID: 28602837.
12 - Cringoli G, Rinaldi L, Maurelli MP &Utzinger J. FLOTAC: new multivalent techniques for qualitative and quantitativecopromicroscopic diagnosis of parasites inanimals and humans. Nat Protoc 2010; 5: 503–515
13 - Sabourin, E., Alda, P., Vázquez, A., Hurtrez-Boussès, S., & Vittecoq, M. (2018). Impact of human activities on fasciolosis transmission. Trends in parasitology, 34(10), 891-903.
14 - Knubben-Schweizer, G., & Torgerson, P. R. (2015). Bovine fasciolosis: control strategies based on the location of Galba truncatula habitats on farms. Veterinary parasitology, 208(1-2), 77-83.