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Generalità
La Dicrocoeliosi è una patologia causata da un parassita che vive nei dotti biliari e nella cistifellea dei ruminanti domestici e selvatici (1). Occasionalmente, Dicrocoelium spp. può infettare anche conigli, lepri, maiali, cani, cavalli ed esseri umani (2). Le diverse specie di Dicrocoelium hanno distribuzioni geografiche diverse: D. dendriticum è la specie più diffusa a livello globale, trovandosi in Europa, Asia (Cina e regione indo-malese), Giappone, Nord Africa e Australia, Dicrocoelium hospes, Dicrocoelium chinensis e Dicrocoelium suppereri hanno una distribuzione limitata in Africa, Asia e alcune aree dell'Europa occidentale (3,4).
La maggior parte dei dati sulla dicroeliosi ovina riguardanti la Sardegna hanno dimostrato che questa parassitosi è endemica in questa Regione (5,6).
Morfologia e Ciclo Biologico
Dicrocoelium dendriticum ha forma lanceolata ed un corpo appiattito dorso-ventralmente, presenta una cuticola liscia e trasparente. È provvisto di due ventose una orale terminale e l’altra acetabulare.
Il ciclo biologico è indiretto e presenta l’interazione con due diversi ospiti intermedi. Il parassita adulto vive nei dotti biliari dell’ospite dove depone le uova che vengono rilasciate in ambiente esterno con le feci che contengono il miracidio. Le uova vengono ingerite da molluschi gasteropodi polmonati terrestri e xerofili (lumache del genere Zebrina, Helicella, Cochlicella e Abida).
Le uova si schiudono nell’epatopancreas del mollusco, dove si susseguono diverse fasi di sviluppo del parassita fino, dopo circa 100 giorni, al raggiungimento dello stadio di cercaria nel primo ospite intermedio. Le cercarie vengono espulse con movimenti respiratori dal mollusco e rilasciate in ambiente esterno. Il secondo ospite intermedio, che permette il completamento del ciclo, è rappresentato da formiche di diverse specie (F. fusca, F. rufa, F.pratensis, ecc) in cui le cercarie si incistano e maturano nella cavità addominale in metacercarie. Gli ospiti definitivi si infestano ingerendo le formiche al pascolo e, una volta arrivate nell’intestino, le metacercarie risalgono il coledoco e raggiungono la sede definitiva: i dotti biliari dove si sviluppano i trematodi adulti (8).
Patologia e sintomatologia
Malattia nell’uomo
Grazie alla peculiarità del suo ciclo biologico, l’infezione di D. dendriticum nell’uomo è molto rara, perché avviene dopo l’ingestione di formiche che contengono la metacercaria, la sua forma infestante, attraverso il consumo di verdura cruda non lavata oppure attraverso l’ingestione di acqua contaminata. Talvolta è possibile trovare il parassita nella forma “parassita in transito” dopo aver consumato fegato di erbivori, come ad esempio bovino o ovino, infestato dal parassita crudo o poco cotto. In questo caso si parla di falsa parassitosi, poiché non crea nessuna sintomatologia né danno all’ospite.
Nel caso invece di infezione attraverso l’ingestione di metacercarie, le forme subcliniche sono quelle più predominanti, anche se possono presentarsi colangite cronica, gonfiore o proliferazione adenomatosa nei dotti biliari (9).
Malattia negli animali
Le lesioni epatiche determinate dalla dicrocoeliosi sono state descritte nei ruminanti ed anche nei camelidi (Ilamas e alpaca) del Nuovo Mondo. Esse risultano come ascessi, granulomi e fibrosi, oltre alla proliferazione del dotto biliare (10).
La dicrocoeliosi determina in molti animali infestatati una riduzione delle prestazioni produttive, difficile da correlare nell’animale in vita a questa parassitosi che presenta solitamente un’evoluzione subclinica. Per questo motivo l’infezione rimane spesso sottostimata (11). Inoltre, i fegati infestati vengono scartati durante l'ispezione della carne nei macelli (12).
Gli animali infetti con un carico parassitario inferiore a 1000 individui di D. dendriticum di solito non mostrano alcuna manifestazione clinica e anche le infezioni con 4000 parassiti possono causare solamente lievi sintomi (13). In effetti, alcuni studi hanno dimostrato che solo il 33,3% dei medici veterinari diagnostica la dicrocoeliosi in base ai sintomi clinici (14). Gli ovini affetti da D. dendriticum sono spesso co-infettate con altri parassiti (ad esempio nematodi gastrointestinali e broncopolmonari), rendendo piuttosto difficile identificare gli esiti specifici di ogni singola parassitosi (2). Inoltre, gli effetti patologici legati alla dicrocoelosi nei ruminanti possono talvolta venir oscurati da coinfezioni/coinfestazioni epatiche (es. echinococcosi cistica, cisticercosi causata da Taenia hydatigena, fasciolosi). Di conseguenza, i veterinari e gli allevatori possono sottovalutare l'importanza di questa parassitosi (8, 15).
Un altro aspetto che può portare a una sottostima della dicrocoelosi è che questa parassitosi non viene generalmente diagnosticata con un'analisi coprodiagnostica appropriata; quindi, gli animali infetti non vengono identificati. Di conseguenza, l'infezione diventa sempre più persistente, con effetti cumulativi (16). Inoltre, le tecniche sierologiche non forniscono informazioni per la diagnosi di dicrocoeliosi, anche se questi test possono essere utili quando si studiano le infezioni prepatenti (17).
Diagnosi – Laboratorio di Parassitologia
La diagnosi si basa su ispezione post mortem del fegato per la ricerca di parassiti adulti o la ricerca di uova durante analisi coprologiche. La flottazione con una soluzione ad alta densità (p.s. 1300 -1450) è quella più preferita. Inoltre, anche la metodica FLOTAC con soluzione ad alta densità può essere impiegata per un’analisi quali-quantitativa.
Test immunologici come il test ELISA possono essere impiegati poiché ha il vantaggio di individuare uno stadio iniziale dell’infezione dopo soli 30 giorni. Nonostante questo, è da sottolineare che il risultato è un indice di esposizione del parassita e la parassitosi deve essere confermata tramite coprologico.
Trattamento e controllo
Nell’uomo la diagnosi di infestazione viene eseguita attraverso un’attenta analisi delle feci, dopo una dieta che prevede l’eliminazione di consumo di fegato crudo di animali erbivori. Se dopo questa dieta non vi sono tracce di uova nelle feci, ciò indica che l’infestazione era falsa. Il trattamento si basa sull’utilizzo di Praziquantel o Triclobendazol, ma in caso di falsa parassitosi il trattamento non è raccomandato, ad eccezione dell’eliminazione dalla dieta di visceri crudi (9).
Negli animali il controllo dell’infestazione da D. dentriticum risulta di difficile attuazione, per via del suo complesso ciclo biologico, con due ospiti intermedi, e la sua diffusione. Il controllo passa quindi con la rotazione dei pascoli, sospensione per la produzione di fieno oppure minimizzare il contatto con gli ospiti intermedi evitando il pascolo nelle prime ore del mattino e nelle tarde ore serali, quando è massima la presenza di formiche infestate da metacercarie.
L’utilizzo di insetticidi per il controllo della proliferazione di ospiti intermedi pone gravi questioni di natura ambientale. Una possibile opzione ecologica sarebbe quella di introdurre, in ridotte aree pascolative, volatili come tacchini, polli o oche per mangiare formiche e lumache, che risultano essere cibi molto appetibili per queste specie. Nelle aree endemiche però la profilassi si basa su dei trattamenti strategici per tutti gli animali esposti all’infezione. Le molecole efficaci appartengono alla classe dei benzimidazoli e pro-benzimidazoli, a dosi più alte rispetto a quelle utilizzate per i nematodi gastrointestinali, broncopolmonari e tenie (8).
Bibliografia
1 - Cringoli G, Rinaldi L, Veneziano V, Capelli G, Malone JB. A cross-sectional coprological survey of liver flukes in cattle and sheep from an area of the southern Italian Apennines. Vet Parasitol. 2002 Sep 10;108(2):137-43. doi: 10.1016/s0304-4017(02)00183-8. Erratum in: Vet Parasitol 2002 Nov 11;109(3-4):293-4. PMID: 12208041
2 - Otranto D, Traversa D. Dicrocoeliosis of ruminants: a little known fluke disease. Trends Parasitol. 2003 Jan;19(1):12-5. doi: 10.1016/s1471-4922(02)00009-0. PMID: 12488216.
3 - Gunsser I, Hänichen T, Maierl J. Leberegelbefall bei Neuweltkameliden. Parasitologie, Pathologie, Klinik und Therapie [Liver fluke infestation in New World camelids. Parasitology, pathology, clinical findings and therapy]. Tierarztl Prax Ausg G Grosstiere Nutztiere. 1999 May;27(3):187-92. German. PMID: 10384709.
4 - Otranto D, Rehbein S, Weigl S, Cantacessi C, Parisi A, Lia RP, Olson PD. Morphological and molecular differentiation between Dicrocoelium dendriticum (Rudolphi, 1819) and Dicrocoelium chinensis (Sudarikov and Ryjikov, 1951) Tang and Tang, 1978 (Platyhelminthes: Digenea). Acta Trop. 2007 Nov-Dec;104(2-3):91-8. doi: 10.1016/j.actatropica.2007.07.008. Epub 2007 Aug 1. PMID: 17803950.
5 - Sanna E, Garippa G, Asoni G. Attuale diffusione delle parassitosi ovine in Sardegna. Atti SISVET. 1989;43:1299 302.
6 - Scala A. Dicrocoeliosi ovina in Sardegna: tassi di prevalenza, lesioni anatomoistopatologiche e tests ematochimici. Atti FEMESPRUM. 1991;1:209–14
7 - Campo R, Manga-González MY, González-Lanza C. Relationship between egg output and parasitic burden in lambs experimentally infected with different doses of Dicrocoelium dendriticum (Digenea). Vet Parasitol. 2000 Jan;87(2-3):139-49. doi: 10.1016/s0304-4017(99)00165-x. PMID: 10622605.
8 - Otranto, D., & Traversa, D. (2002). A review of dicrocoeliosis of ruminants including recent advances in the diagnosis and treatment. Veterinary parasitology, 107(4), 317-335.
9 - Cabeza-Barrera, I., Cabezas-Fernández, T., Salas Coronas, J., Vázquez Villegas, J., & Cobo, F. (2011). Dicrocoelium dendriticum: an emerging spurious infection in a geographic area with a high level of immigration. Annals of Tropical Medicine & Parasitology, 105(5), 403-406.
10 - Hilbe M, Robert N, Pospischil A, Gerspach C. Pulmonary Arterial Lesions in New World Camelids in Association With Dicrocoelium dendriticum and Fasciola hepatica Infection. Vet Pathol. 2015 Nov;52(6):1202-9. doi: 10.1177/0300985814564978. Epub 2015 Jan 30. PMID: 25637085.
11 - Urquhart, G. M., J. Armour, J. L. Duncan, at al. (1996): Veterinary parasitology. Second edition. Blackwell Publishing. Oxford, 1996.
12 - Arias M, Lomba C, Dacal V, Vázquez L, Pedreira J, Francisco I, Piñeiro P, Cazapal-Monteiro C, Suárez JL, Díez-Baños P, Morrondo P, Sánchez-Andrade R, Paz-Silva A. Prevalence of mixed trematode infections in an abattoir receiving cattle from northern Portugal and north-west Spain. Vet Rec. 2011 Apr 16;168(15):408. doi: 10.1136/vr.d85. Epub 2011 Mar 31. PMID: 21493444.
13 - Hinaidy HK. Dicrocoelium suppereri nomen novum (syn. D. orientalis Sudarikov et Ryjikov 1951), ein neuer Trematode für die Parasitenfauna Osterreichs [Dicrocoelium suppereri nomen novum (syn. D, orientalis Sudarikov et Ryjikov 1951), a new trematode for the parasite fauna of Austria]. Zentralbl Veterinarmed B. 1983 Sep;30(8):576-89. German. PMID: 6650027.
14 - Scala A, Tamponi C, Dessì G, Sedda G, Sanna G, Carta S, Corda A, Jacquiet P, Varcasia A, Ligios C. Dicrocoeliosis in extensive sheep farms: a survey. Parasit Vectors. 2019 Jul 12;12(1):342. doi: 10.1186/s13071-019-3609-2. PMID: 31300008; PMCID: PMC6625022.
15 - Varcasia A, Tanda B, Giobbe M, Solinas C, Pipia AP, Malgor R, Carmona C, Garippa G, Scala A (2011) Cystic echinococcosis in Sardinia: farmers’ knowledge and dogs infection in sheep farms. Vet Parasitol 181:335–340
16 - Cringoli G, Rinaldi L, Veneziano V, Capelli G, Scala A. The influence of flotation solution, sample dilution and the choice of McMaster slide area (volume) on the reliability of the McMaster technique in estimating the faecal egg counts of gastrointestinal strongyles and Dicrocoelium dendriticum in sheep. Vet Parasitol. 2004 Aug 13;123(1-2):121-31. doi: 10.1016/j.vetpar.2004.05.021. PMID: 15265576.
17 - Sánchez-Andrade R, Paz-Silva A, Suárez JL, Arias M, López C, Morrondo P, Scala A. Serum antibodies to Dicrocoelium dendriticum in sheep from Sardinia (Italy).